Il recente decreto sul “caro-energia”, emanato dal Governo per contrastare gli effetti economici e umanitari della grave crisi in Ucraina, ha concesso la possibilità alle imprese di fornire ai propri dipendenti dei “bonus” carburante fino a 200 euro esentasse.  L’articolo 2 del decreto-legge 21 marzo 2022, n. 21 “Misure urgenti per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi ucraina” dispone che “per l’anno 2022, l’importo del valore  di  buoni  benzina  o analoghi titoli ceduti  a  titolo  gratuito  da  aziende  private  ai lavoratori dipendenti per l’acquisto di  carburanti,  nel  limite  dieuro 200 per lavoratore non concorre alla formazione del  reddito”.
Il buono carburante (o “bonus benzina”, a seconda di come lo si chiami) non riguarda dunque le partite IVA o i dipendenti pubblici e non è necessario l’Isee per ottenerlo, non vi sono dunque limiti di reddito, né di ruolo.  “È una proposta di buonsenso che aiuta i pendolari in questa fase critica di aumento dei carburanti”, ha sottolineato il ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti. Le imprese dunque non pagano tasse sul bonus concesso ai loro dipendenti. Gli imprenditori devono solo aver aderito alla misura e non andrà presentata alcuna domanda.
Il decreto ha anche portato alla riduzione di 30 centesimi al litro per gasolio e benzina ma continuano ad essere molto alti, sopra quota 1,8 euro/litro e la benzina, è di nuovo sopra quota 2 euro/litro. La recente indagine di Consumerismo in collaborazione con Alma – Laboris svela come questo aumento sia costato agli italiani, in sei mesi, oltre 9 miliardi di euro. La misura del bonus carburante presa dal Governo risulta oggi più che mai appropriata per sostenere le imprese e i lavoratori.

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