Covid: gli effetti della pandemia su speranza di vita, lavoro e istruzione

La pandemia, nel giro di un solo anno, ha annullato molti dei progressi compiuti negli ultimi 10 anni in termini di speranza di vita ma anche sui fronti lavoro ed istruzione. A fornire dei dati più precisi sul punto è stato Rapporto Bes dell’Istat sul benessere equo e sostenibile. La speranza di vita alla nascita nel 2019 era arrivata ad 83,2 anni ma nel 2020 si è determinato un calo, ed è scesa ad 82,3 anni. Altri effetti riguardano il divario dell’Italia con l’Europa sull’istruzione: nel secondo trimestre 2020 il 62,6% delle persone di 25-64 anni ha almeno il diploma superiore (54,8% nel 2010) una percentuale più bassa di 16 punti percentuali della media Ue. Tra i giovani di 30-34 anni il 27,9% ha un titolo universitario o terziario (19,8% nel 2010) contro il 42,1% della media Ue27.

È salita al 23,9% la quota di giovani di 15-29 anni che non studiano e non lavorano (NEET), ma soprattutto, nonostante gli sforzi compiuti dal mondo della scuola, l’8% dei bambini e ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado sarebbe rimasto escluso da una qualsiasi forma di didattica a distanza, tra cui un 23% tra gli alunni con disabilità. Nel secondo trimestre 2020 si è verificato anche un calo del numero degli occupati, con 788mila in meno tra i 20-64enni rispetto al 2019. Resta altissimo il divario del tasso di occupazione tra l’Italia e il resto d’Europa.

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