L’attuale sistema di welfare va ripensato, in futuro potrebbe non reggere. Questo quanto emerso dal nuovo Rapporto sul Welfare redatto da Unipol e The European House Ambrosetti. Il 2050 è il termine entro il quale il nostro paese, così come il mondo intero, vedrà notevoli cambiamenti, a fronte dei quali sarà necessario attrezzarsi.

Secondo le stime dell’Ocse, molti lavori sono destinati a scomparire e l’automazione, nei prossimi 15-20 anni, nel nostro paese riguarderà il 15% dei posti attuali; il 35,5% dei lavori inoltre notevoli cambiamenti per quanto riguarda le modalità di svolgimento. Secondo il citato rapporto, si rende dunque necessaria una ridefinizione dei meccanismi di assistenza, tenendo conto anche di altre variabili, come quella dei giovani  tra i 18 e i 34 anni che vivono con i genitori (il 66,4%), contro la media UE del 50%. I posti negli asili nido coprono solo il 24,0% del bacino potenziale, sempre al di sotto del 33,0% stabilito dall’UE.

Dati che stimolano la riflessione già da tempo in atto sull’adeguamento del welfare ad una vita lavorativa, economica e sociale in costante mutamento. Il welfare è da sempre un grande strumento al servizio dei cittadini che merita, con il tempo, di perfezionare il suo funzionamento per garantire sviluppo ed uguaglianza.

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