Inail, presentata Relazione annuale: infortuni e malattie professionali in calo, ma aumentano i casi mortali

Il presidente dell’INAIL, Franco Bettoni, ha illustrato la Relazione annuale 2020 nella Sala della Regina di Palazzo Montecitorio. Il 2019 è stato segnato da un consistente calo degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali, ma ad aumentare in maniera notevole sono stati i casi mortali.
Nella relazione è stato presentato l’andamento infortunistico e tecnopatico e sono stati resi noti i risultati più rilevanti sui fronti della ricerca, della prevenzione, della riabilitazione e degli investimenti.

“Serve un impegno forte e deciso da parte di tutti per realizzare un ‘patto per la sicurezza’ tra istituzioni e parti sociali” ha dichiarato il presidente dell’Istituto. “La pandemia nel 2020 ha fortemente condizionato l’andamento del fenomeno infortunistico. Da un lato, infatti, ha comportato la riduzione dell’esposizione al rischio per gli eventi ‘tradizionali’ e ‘in itinere’, a causa del lockdown e del rallentamento delle attività produttive, dall’altro ha generato la specifica categoria di infortuni per il contagio da Covid-19”. I ringraziamenti al presidente Mattarella e al personale dell’Istituto.

Circa un terzo dei 799 decessi riconosciuti sul lavoro sono avvenuti “fuori dell’azienda”. Nel 2020 sono state registrate poco più di 571mila denunce di infortunio (-11,4% rispetto al 2019), un quarto delle quali relative a contagi da Covid-19 di origine professionale. Gli infortuni riconosciuti sul lavoro sono stati 375.238 (-9,7% rispetto al 2019), di cui 48.660, pari al 12,97%, avvenuti “fuori dell’azienda”, ovvero con “mezzo di trasporto” o “in itinere”, nel tragitto di andata e ritorno tra la casa e il luogo di lavoro.

I casi mortali denunciati all’Inail sono stati 1.538, con un incremento del 27,6% rispetto ai 1.205 del 2019 che deriva soprattutto dai decessi causati dal Covid-19, che rappresentano oltre un terzo del totale delle morti segnalate all’Istituto. Gli infortuni mortali per cui è stata accertata la causa lavorativa sono 799 (+13,3% rispetto ai 705 del 2019), di cui 261, circa un terzo del totale, occorsi “fuori dell’azienda” (i casi ancora in istruttoria sono 93). Gli incidenti plurimi, che hanno comportato la morte di almeno due lavoratori contemporaneamente, sono stati 14, per un totale di 29 decessi”.

“Non è sufficiente indignarsi ma occorre agire”. “Il pesante bilancio infortunistico ci fa comprendere che non si fa ancora abbastanza – ha sottolineato il presidente dell’Inail – Non è sufficiente indignarsi ma occorre agire. Le norme ci sono e vanno rispettate. È necessario un impegno forte e deciso da parte di tutti per realizzare un vero e proprio ‘patto per la sicurezza’ tra istituzioni e parti sociali. Coinvolgere gli attori del sistema nazionale di prevenzione, rafforzare i controlli, promuovere una maggiore sensibilizzazione di lavoratori e imprese, potenziare la formazione e l’informazione per costruire una cultura della sicurezza, a partire dal mondo della scuola, dare sostegno economico alle aziende: sono tutte azioni da perseguire con determinazione e l’Istituto è pronto a fare la sua parte”. (nota Inail)

Per leggere la relazione annuale INAIL: https://www.inail.it/cs/internet/comunicazione/pubblicazioni/rapporti-e-relazioni-inail/relazione-annuale-anno-2020.html

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